Ugo Genesio
domenica 12 dicembre 2010
IL MANTRA DEL LEADER ELETTO DAL POPOLO
Ugo Genesio
lunedì 6 dicembre 2010
CONSIDERAZIONI... TELEVISIVE
è questa: bisogna rendere la televisione partitica e cioè, culturalmente, pluralistica. E' l'unico modo perché essa perda il suo orrendo valore carismatico, la sua intollerabilile ufficialità. Inoltre, i partiti - come è ben noto - si sbranano all'interno della televisione, dietro le quinte, dividendosi (finora abiettamente) il potere televisivo. Si tratterebbe dunque di codificare e di portare alla luce del sole questa situazione di fatto: rendendola così democratica. Ogni partito dovrebbe avere diritto alle sue trasmissioni in modo che ogni spettatore sarebbe chiamato a criticare ed a scegliere, cioè ad essere coautore, anziché essere un tapino, che vede ed ascolta, tanto più represso quanto più adulato. Ogni partito dovrebbe avere il diritto di avere il proprio telegiornale... perché lo spettatore possa scegliere le notizie e confrontarle con le altre, cessando quindi di subirle...".
dal crollo delle mura come a Pompei... o se erano, come erano, OPERAi che lavoravano ai forni all'interno della fabbrica... Se vogliamo parlare di Televisione e dei suoi influssi diretti ed indiretti sulle nostre menti e convinzioni... parliamone qui, anche. Grazie.
sabato 6 novembre 2010
IMMUNITA' PARLAMENTARE E AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE
Ugo Genesio
martedì 2 novembre 2010
AMA L'AMBIENTE
momento politico
Evoluzione della politica
giovedì 21 ottobre 2010
Mia riflessione su una mancata risposta a Castelli: disinteresse o incapacità di argomentare?
mercoledì 20 ottobre 2010
Sanremo come il Bronx
sabato 2 ottobre 2010
SISTEMA COSTITUZIONALE E GOVERNO “ELETTO”
martedì 28 settembre 2010
"Ve l'avevo detto!" non è consolante
Allego una mia breve nota in cui, all'indomani della costituzione ufficiale del PD, raccomandavo che fosse assolutamente evitato, per la formazione degli organi del nuovo partito, un sistema di liste, che a mio avviso si sarebbe inevitabilmente trasformato in un sistema di correnti. Quella nota, indirizzata agli organi direttivi provvisori del partito ed ai componenti locali della cosiddetta assemblea costituente nazionale, non meritò alcuna risposta e di fatto la mia posizione risultò completamente ignorata poichè, come è noto, gli "specialisti" nominati nella commissione per il progetto di statuto e poi il 'plenum' assembleare si orientarono nel senso opposto. ...Vox clamantis in deserto!
Al punto cui siamo arrivati oggi, ciascuno può fare la sua riflessione.
Un lettore
No alle liste!!!
Il pregiudizio massimo e devastante, ma purtroppo del tutto realistico, per il nuovo partito sarebbe la formazione di correnti secondo lo schema nefasto invalso nel nostro sistema politico: ex-diessini contro ex-margheritini; dalemiani fassiniani veltroniani parisiani rutelliani mariniani lettiani; oppure cattolici e laicisti, e così via. Tale schema si alimenta di un meccanismo tecnico preordinato “ad hoc“: le liste.
Lo statuto della Margherita istituzionalizzava addirittura le correnti ponendo le liste alla base del sistema di elezione degli organi direttivi a tutti i livelli, per cui si prevedeva necessariamente una maggioranza e una minoranza con quote percentuali prestabilite. Le recenti primarie hanno portato la novità delle liste "bloccate" (invenzione della legge elettorale di Berlusconi, subito copiata).
Le liste sarebbero il principio della fine per il nuovo PD. Occorre impegnarsi perché gli statuti in via di elaborazione prevedano a tutti i livelli un sistema di candidature individuali appoggiate da un certo numero di iscritti (3-5-10), su cui tutti gli iscritti siano chiamati ad esprimere la loro preferenza. Solo in questo modo si potranno selezionare dei quadri direttivi che rappresentino il meglio del partito per capacità, integrità ed autorevolezza. Solo così potrà realizzarsi una vera democrazia interna secondo il principio "una testa un voto". Certo poi, nell'ambito degli organi collegiali, si stabiliranno delle convergenze e si evidenzieranno delle divergenze, ma ciò avverrà sulle singole questioni e non secondo una disciplina precostituita. La formazione nel futuro PD di gruppi organizzati con carattere permanente deve essere percepita e contrastata come contraria allo spirito del nuovo partito, come un attentato ai suoi principi ispiratori di libertà e democrazia interna, di apertura e di partecipazione.
lunedì 20 settembre 2010
Il leghista e l'inno di Mameli...ohibò!
E' il miracolo delle Freccie o il trionfo dell'ipocrisia anche verso se stessi? Povera Italia
giovedì 22 luglio 2010
Vicini ai cittadini per migliorare la qualità della vita
Secondo me il Circolo di Sanremo dovrebbe organizzarsi per "scoprire" quello che non va bene nei vari quartieri "utilizzando" l'occhio di coloro che ci seguono: iscritti o simpatizzanti.
Le segnalazioni dovrebbero essere esaminate da una equipe di volonterosi per preparare opportuni interventi presso gli Enti interessati.
La mia esperienza trascorsa nel passato in un comitato di quartiere, suggerisce che per essere efficaci nelle segnalazioni e ottenere attenzione occorre:
- Verificare quanto segnalato
- Evidenziare il disagio sopportato dalla collettività
- Proporre un possibile intervento per risolvere il problema
- A seconda dell'importanza della segnalazione:
- far intervenire un Consigliere del Partito
- o l' intervento di un membro dell'equipe presso gli uffici interessati
Gli ultimi due passaggi sono importanti e direttamente proporzionali all'ottenimento di un risultato a seconda della efficacia e dell'insistenza con la quale vengono effettuati.
Non è raro infatti dover intervenire più volte presso i vari uffici per sollecitare la pratica.
Ecco quanto propongo: cosa ne pensate?
martedì 20 luglio 2010
venerdì 9 luglio 2010
Turismo e cultura
Leggo con vero piacere che anche il nostro assessore al turismo comprende l'importanza delle risorse culturali nel contesto turistico. Molto lodevole e rassicurante la sua posizione rispetto alle dichiarazioni fatte dal sindaco, in occasione dell'incontro con Burlando, in cui si prospetta Sanremo come una citta non a carattere culturale. Ci sono molte riflessioni da fare in proposito. Una prima riflessione è che la cultura è un patrimonio al di fuori delle strumentalizzazioni politiche e, in questo senso, "caratterizza" ogni luogo della terra. Riconoscere le particolarità culturali del proprio territorio, valorizzarle e approfondirle, rappresenta già di per sè una conquista. Se poi le amministrazioni locali hanno la capacità di creare una programmazione turistica partendo da queste risorse , allora è un bingo perchè a quel punto l'offerta turistica diventa qualcosa di originale e unico.
La mia impressione è che questo lavoro non si stia facendo, anzi mi sembra che le poche iniziative siano scollegate da una programmazione mirata e concreta. L'idea che ho è quella che si stia procedendo a tentoni e che manchino i presupposti ideologici per poterlo fare. Dopo un periodo di programmazioni turistiche caratterizzate non solo da quantità ma anche da qualità, curate da un professionista, Pepi Morgia, che sapeva dare un tratto di unitarietà e di collegamento alle proposte, ora mi sembra invece che sia iniziato un periodo di trascuratezza e di "lasciamo al caso" oppure "lasciamo al buon senso dell'assessore". Capisco che anche per Di Meco lavorare in questo modo sia difficoltoso.
A questo punto viene spontaneo parlare di risorse economiche e, per non ricadere nelle squallide polemiche che hanno portato alla caduta di Borea, è forse più giusto parlare di "patto di stabilità": uno strumento contorto che toglie ai comuni la possibilità di gestire le proprie risorse in modo sereno. Questo patto di stabilità è voluto dallo scieramento politico che gli attuali amministratori di Sanremo appoggiano e di cui fanno parte....
Quindi, è un fallimento politico di programmazione a livello nazionale? E' una divergenza di idee fra sindaco e assessore al turismo sull'argomento cultura? O, più semplicemente e ad un livello generale, non siete in grado di governare la città?
In certi casi può essere dimostrazione di buon senso, responsabilità ed eleganza, fare un passo indietro e lasciare il posto a chi ha dimostrato di avere capacità nell'amministrare la cosa pubblica
domenica 4 luglio 2010
Ambiguità leghiste
Cosa ne pensate?