Pagine

venerdì 9 luglio 2010

Turismo e cultura

Dopo un articolo pubblicato da Claudio Porchia (clicca qui) e dopo una risposta da parte di Di Meco (qui), partecipo anche io a questo dibattito piuttosto interessante

Leggo con vero piacere che anche il nostro assessore al turismo comprende l'importanza delle risorse culturali nel contesto turistico. Molto lodevole e rassicurante la sua posizione rispetto alle dichiarazioni fatte dal sindaco, in occasione dell'incontro con Burlando, in cui si prospetta Sanremo come una citta non a carattere culturale. Ci sono molte riflessioni da fare in proposito. Una prima riflessione è che la cultura è un patrimonio al di fuori delle strumentalizzazioni politiche e, in questo senso, "caratterizza" ogni luogo della terra. Riconoscere le particolarità culturali del proprio territorio, valorizzarle e approfondirle, rappresenta già di per sè una conquista. Se poi le amministrazioni locali hanno la capacità di creare una programmazione turistica partendo da queste risorse , allora è un bingo perchè a quel punto l'offerta turistica diventa qualcosa di originale e unico.
La mia impressione è che questo lavoro non si stia facendo, anzi mi sembra che le poche iniziative siano scollegate da una programmazione mirata e concreta. L'idea che ho è quella che si stia procedendo a tentoni e che manchino i presupposti ideologici per poterlo fare. Dopo un periodo di programmazioni turistiche caratterizzate non solo da quantità ma anche da qualità, curate da un professionista, Pepi Morgia, che sapeva dare un tratto di unitarietà e di collegamento alle proposte, ora mi sembra invece che sia iniziato un periodo di trascuratezza e di "lasciamo al caso" oppure "lasciamo al buon senso dell'assessore". Capisco che anche per Di Meco lavorare in questo modo sia difficoltoso.
A questo punto viene spontaneo parlare di risorse economiche e, per non ricadere nelle squallide polemiche che hanno portato alla caduta di Borea, è forse più giusto parlare di "patto di stabilità": uno strumento contorto che toglie ai comuni la possibilità di gestire le proprie risorse in modo sereno. Questo patto di stabilità è voluto dallo scieramento politico che gli attuali amministratori di Sanremo appoggiano e di cui fanno parte....
Quindi, è un fallimento politico di programmazione a livello nazionale? E' una divergenza di idee fra sindaco e assessore al turismo sull'argomento cultura? O, più semplicemente e ad un livello generale, non siete in grado di governare la città?
In certi casi può essere dimostrazione di buon senso, responsabilità ed eleganza, fare un passo indietro e lasciare il posto a chi ha dimostrato di avere capacità nell'amministrare la cosa pubblica

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perfettamente d'accordo. A sentire le parole del sindaco che considera Sanremo una città "balneare" come se ci fosse la spiaggia di Waikiki o più modestamente quella di Riccione, c'è da saltare sulla sedia. Il turismo di Sanremo è fatto di paesaggi, di atmosfere, di scorci, del verde dell'interno e anche di cultura, di ambiente. Non capire questo significa non capire nulla della città che si pretende di governare. Con l'aggravante di non fare nulla per il modello balneare che si ha in testa: lo testimonia lo scandalo delle fogne.
Semplicemente l'uomo non è in grado di essere all'altezza delle responsabilità che gli sono state attribuite.

Posta un commento