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martedì 28 settembre 2010

"Ve l'avevo detto!" non è consolante

Allego una mia breve nota in cui, all'indomani della costituzione ufficiale del PD, raccomandavo che fosse assolutamente evitato, per la formazione degli organi del nuovo partito, un sistema di liste, che a mio avviso si sarebbe inevitabilmente trasformato in un sistema di correnti. Quella nota, indirizzata agli organi direttivi provvisori del partito ed ai componenti locali della cosiddetta assemblea costituente nazionale, non meritò alcuna risposta e di fatto la mia posizione risultò completamente ignorata poichè, come è noto, gli "specialisti" nominati nella commissione per il progetto di statuto e poi il 'plenum' assembleare si orientarono nel senso opposto. ...Vox clamantis in deserto!

Al punto cui siamo arrivati oggi, ciascuno può fare la sua riflessione.

Un lettore

No alle liste!!!

Il pregiudizio massimo e devastante, ma purtroppo del tutto realistico, per il nuovo partito sarebbe la formazione di correnti secondo lo schema nefasto invalso nel nostro sistema politico: ex-diessini contro ex-margheritini; dalemiani fassiniani veltroniani parisiani rutelliani mariniani lettiani; oppure cattolici e laicisti, e così via. Tale schema si alimenta di un meccanismo tecnico preordinato “ad hoc“: le liste.

Lo statuto della Margherita istituzionalizzava addirittura le correnti ponendo le liste alla base del sistema di elezione degli organi direttivi a tutti i livelli, per cui si prevedeva necessariamente una maggioranza e una minoranza con quote percentuali prestabilite. Le recenti primarie hanno portato la novità delle liste "bloccate" (invenzione della legge elettorale di Berlusconi, subito copiata).

Le liste sarebbero il principio della fine per il nuovo PD. Occorre impegnarsi perché gli statuti in via di elaborazione prevedano a tutti i livelli un sistema di candidature individuali appoggiate da un certo numero di iscritti (3-5-10), su cui tutti gli iscritti siano chiamati ad esprimere la loro preferenza. Solo in questo modo si potranno selezionare dei quadri direttivi che rappresentino il meglio del partito per capacità, integrità ed autorevolezza. Solo così potrà realizzarsi una vera democrazia interna secondo il principio "una testa un voto". Certo poi, nell'ambito degli organi collegiali, si stabiliranno delle convergenze e si evidenzieranno delle divergenze, ma ciò avverrà sulle singole questioni e non secondo una disciplina precostituita. La formazione nel futuro PD di gruppi organizzati con carattere permanente deve essere percepita e contrastata come contraria allo spirito del nuovo partito, come un attentato ai suoi principi ispiratori di libertà e democrazia interna, di apertura e di partecipazione.

lunedì 20 settembre 2010

Il leghista e l'inno di Mameli...ohibò!

Tento sempre di stendere un velo pietoso sulla stupidità dominante alla quale in questa società poggiante nell' " aria fritta" di tantissimi imbonitori per ora dobbiamo rassegnarci, ma faccio parecchia fatica specie in certi momenti paradossali. Ieri assistevo commosso ed entusiasta alle esibizioni delle frecce tricolori quando mi sono alzato nel momento in cui l'altoparlante ha intonato l'inno di Mameli (non mi piace molto ma è sempre l'inno della mia Patria) ed ho visto attorno a me molta gente in piedi con la mano sul cuore che come me lo cantava. Poi mi sono venute le gambe molli vedendo una persona che sò essere un impegnato leghista che impettito la cantava anche lui!
E' il miracolo delle Freccie o il trionfo dell'ipocrisia anche verso se stessi? Povera Italia